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Da Otranto a Santa Cesarea, nell'intermezzo di Porto Badisco

L’estro di Villa “Sticchi”, a Santa Cesarea Terme

Otranto, il cuore del centro storico, nei pressi del castello:una giornata caldo – umida di prima estate che infiacchisce turisti e negozianti.  La gente si ferma a tratti per sostare davanti ad un souvenir o ad una rivendita di maioliche e qualche spiraglio di vento agita, ma si tratta di qualche istante, i sonagli dei tamburelli ammainati sull’uscio di un negozietto. Tutti convergono innanzi alla Cattedrale dei Martiri: la pietra più amata in una piazza di estrema luce quando il sole è allo zenit. Ora di punta, il caldo insiste e la Cattedrale è chiusa: i visitatori inarcano il busto, alzano la testa fanno dei passi indietro pronti per il clic della loro fotocamera e chiedono scusa per qualche piede calpestato. Si torna giù, scorrendo tra viottoli e vicoli pittoreschi, sfiorati dal volo dei piccioni. Via Basiliano, deserta. Quindi all’auto, per sposare la costa, tra le più belle d’Italia. Dopo Otranto, infatti, la litoranea consente un affaccio sorprendente sul costiero che assume aspetti selvaggi ed inviolati. La costa è alta e frastagliata, la flora dirada, con pochi alberi di olivo e chiazze di macchia mediterranea: grandi distese di terra arsa dal sole e livellata dai venti e gigantismi di roccia rendono piacevolmente interminabile l’itinerario che, facendo tappa a Porto Badisco, porta dopo pochi chilometri alla stupenda Santa Cesare

Estro: ispirazione artistica, impulso, stimolo, istinto, fantasia, capriccio venuto improvvisamente e che ha dello strano. E si aggiunga, che si affaccia sull’Adriatico. Si, perché Villa “Sticchi” è un po’ di tutto questo: solare, orientale, sorprendentemente decorata, tale da non passare inosservata. Non accetta di restare inosservata e fa parlare di sé al punto di essere incoronata regina di Santa Cesarea e condizionandone non poco lo stile architettonico, ammaliante quanto bizzarro. Verso la fine del XIX° secolo, nuove tendenze catturano l’alta borghesia del tempo: in questi anni si costruiscono strutture che nel tempo avrebbero distinto lo stile architettonico della cittadina di mare. Nota località turistica, Santa Cesarea Terme ospita non solo, con le sue terme, amanti delle acque sulfuree ma anche villeggianti che vogliano godersi l’ampia scogliera a strapiombo sul mare, il porto dove attraccano pescherecci ma anche piccole imbarcazioni disponibili per  una visita della costa. La costa dei recessi sinuosi, delle cale, di ogni sporgenza che nasconde piccoli mondi da esplorare e dai quali restare esterrefatti. Dai punti più alti di essa, nelle giornate in cui il cielo è terso, si possono ammirare i monti dell’Albania (“

De fronte lu mare ca ruce e nu se ite

percene lu sule nu ha bissuto ancora

immaginu manca picca fazza giurnu

percene a retu l’Albania na parte dellu cielu è chiara

E chieu a ddhru ete ca au a prima matina

la facce ancora nu picca durmisciuta

me pare comu sia ca ete chieri sira

e invece nauru giurnu a mie se sta bicina

Aruli de coste scivolanu li ricanuscu

sulu percene essunu fore da terra russa

nuvole a cielo none non ci ne suntu

quiddhra de osci ha bessire na sciurnata sana”

– “Na sciurnata bona”, Sud Sound System

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